Il filo rosso dell’intervento è la parola “integrato”. La multimedialità è elemento culturale che ci caratterizza. Non è solo un aspetto tecnico, ma è una forma testuale complessa verso cui evolve la comunicazione.
Moltiplicazione delle fonti è altro aspetto che caratterizza il nostro tempo: non più solo il libro, non più solo i nuovi media segnati dalla dimensione industriale. Ora viviamo in una dimensione multipla di strumenti e supporti. Ciò comporta che la elaborazione stessa della conoscenza è profondamente modificata. La cultura visuale non riguarda solo più l’arte, ma l’antropologia, la storia, la sociologia …
Il digitale porta anche altre conseguenze: la segmentazione, con il raggiungimento di livelli di granularità e di modularità a cui non eravamo abituati. Con la diffusione degli ipertesti, è la logica del database che ci guida. E’ una logica del query costante. Ma attenzione: non è solo degli ultimi anni! E’ tutta la cultura del 900 che ci ha portato a questo; è dall’insegnamento di Saussure che abbiamo cominciato a pensare in termini di paradigma e di sintagma, è da Propp che abbiamo cominciato a pensare in termini di funzioni e costanti narrative. Molta della cultura epistemologica novecentesca si basa sulla modularità di strutture sottostanti a una superficie (vedi anche l’inconscio di Freud, la linguistica di Chomsky), che è un dato base dell’informatica.
I metadati nel testo scritto sono stati ciò che ha reso possibile l’applicazione della modularità e quindi il riuso, l’OA. Open Access è disponibilità ma anche obbligo a inserire dei tag, a classificare, a inserire i dati entro una classificazione condivisa. Solo se ho testi modularizzati e codificati li posso far fruire in un sistema complessivo. La modularità è un problema. La rete e l’informatizzazione obbligano a guardare le cose sia dall’interno (il testo) sia dall’esterno (il sistema): solo se ho dei testi modulari posso farli fruire all’esterno. La rete funziona come sistema informativo.
Es. importanza trasferimento di conoscenza e interoperabilità dei dati (c’è un Tavolo di discussione CSI Piemonte sulla interoperabilità dei dati, affinchè tutti i cittadini possano condividere dati e i metadati, attraverso un sistema condiviso che unisca il territorio, i ctittadini, l’università. Condivisione metadati è il prerequisito dell’interoperabilità).
Es. e-learning è in una fase di transizione: ora poggia su una dimensione di sistema informativo dell’università. Importanza del learning object: qualcosa che abbia una marcatura, che sia definito che sia quindi riusabile. Materiali didattici devono diventare learning objects
Es. Anche nuove forme di documentazione e di fruizione di testi complessi. BILL VIOLA ci mostra che talvolta la fruizione nella rete è persino più emozionante ed efficace della visione diretta.
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